Addio Chords by Francesco Guccini
Tempo:
150 bpm
Chords used:
A
D
G
F#m
Em
Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
Start Jamming...
[N]
[D] Nell'anno 99 di nostra vita, [A] io, Francesco Guccini, eterno studente,
[Bm] perché la materia
di studio sarebbe infinita e [D] soprattutto perché so [A] di non sapere niente, [D] io, Chierico Vagante,
bandito di strada, io [A] non artista, solo piccolo bacioliere, perché per [Bm] colpa di altri vada
a volte mi [D] vergogno di fare il mio mestiere.
[A] Io dico [D] addio a tutte le vostre [A] cazzate infinite,
a riflettori [G] e paiette delle televisioni, alle urla scomposte di [F#m] politicanti e professionisti,
a quelle [E] vostre glorie vuote da coglioni [A] e dico [D] addio al mondo inventato [A] del villaggio globale,
alle diete per [G] mantenersi in forma smagliante, a chi parla [F#m] sempre di un futuro trionfale e ad
ogni [E] impresa di questo secolo trionfante, alle magie di [G] moda delle religioni orientali che da
noi [F#m] nascondono soltanto vuoti di [D] pensiero, ai [Em] personaggi cicleggianti dei talk show [A] che
squittiscono ad ogni [D] ora un nuovo vero, alle futilità [G] pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro [F#m] modelle senza umanità, [D] alle semplicerne belle [Em] in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico e ignora l [A]'umiltà.
[D] Io figlio di una casalinga e di un impiegato [Am] cresciuto
fra i saggi ignoranti di [Bm] montagna, che sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
[A] io ho tirato sua castagna ed erba a Spagna, [D] io sempre un momento fa campagnolo inurbato,
[A] due soldi di elementari e uno d'università, ma sempre il [B] pensiero a quel paese mai scordato,
[D] dove ritrovo anche [A] oggi quattro soldi di civiltà, io dico [D] addio.
A chi si [A] nasconde con protervie
dietro un dito, a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia, lo sceglie a [F#m] casa per
ritiramenti del momento, urando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia, e dico [D] addio alle
commedie [A] tragiche dei sepolti imbiancati, ai ceroni [G] dei parrucchini per signore, alle lampade
e [F#m] tinture degli eterni oli invecchiati, al mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a chi si [G] dichiara di sinistro e democratico, per amico di [D] tutti, perché non si sa mai,
e poi anche chi è di [Em] destra, ai suoi pregi, gli è [A]
simpatico ed è anche [D] fondamentalista per
evitare guai, a questo [G] orizzonte di affaristi e di imbroglioni, fatto di [F#m] nebbia, pieno di sembrare,
[D] ricolmo di [Em] nani, ballerine e canzoni, di lotterie, [E] l'unica fede in cui sperare [A] è lei.
[D]
Nell'anno novantanove di nostra vita, io giullare da [Am] niente, ma [A] indignato,
anche [Bm] io chi canto con parola sfinita, con [A] un ruggito che diventa belato,
[D] ma te dedico queste parole da poco, che sottendono [A] solo un vizio antico,
sperando però che tu non le [Bm] prenda come un gioco, tu, ipocrite [A]
uditore, mio simile, mio amico.
[D] Nell'anno 99 di nostra vita, [A] io, Francesco Guccini, eterno studente,
[Bm] perché la materia
di studio sarebbe infinita e [D] soprattutto perché so [A] di non sapere niente, [D] io, Chierico Vagante,
bandito di strada, io [A] non artista, solo piccolo bacioliere, perché per [Bm] colpa di altri vada
a volte mi [D] vergogno di fare il mio mestiere.
[A] Io dico [D] addio a tutte le vostre [A] cazzate infinite,
a riflettori [G] e paiette delle televisioni, alle urla scomposte di [F#m] politicanti e professionisti,
a quelle [E] vostre glorie vuote da coglioni [A] e dico [D] addio al mondo inventato [A] del villaggio globale,
alle diete per [G] mantenersi in forma smagliante, a chi parla [F#m] sempre di un futuro trionfale e ad
ogni [E] impresa di questo secolo trionfante, alle magie di [G] moda delle religioni orientali che da
noi [F#m] nascondono soltanto vuoti di [D] pensiero, ai [Em] personaggi cicleggianti dei talk show [A] che
squittiscono ad ogni [D] ora un nuovo vero, alle futilità [G] pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro [F#m] modelle senza umanità, [D] alle semplicerne belle [Em] in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico e ignora l [A]'umiltà.
[D] Io figlio di una casalinga e di un impiegato [Am] cresciuto
fra i saggi ignoranti di [Bm] montagna, che sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
[A] io ho tirato sua castagna ed erba a Spagna, [D] io sempre un momento fa campagnolo inurbato,
[A] due soldi di elementari e uno d'università, ma sempre il [B] pensiero a quel paese mai scordato,
[D] dove ritrovo anche [A] oggi quattro soldi di civiltà, io dico [D] addio.
A chi si [A] nasconde con protervie
dietro un dito, a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia, lo sceglie a [F#m] casa per
ritiramenti del momento, urando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia, e dico [D] addio alle
commedie [A] tragiche dei sepolti imbiancati, ai ceroni [G] dei parrucchini per signore, alle lampade
e [F#m] tinture degli eterni oli invecchiati, al mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a chi si [G] dichiara di sinistro e democratico, per amico di [D] tutti, perché non si sa mai,
e poi anche chi è di [Em] destra, ai suoi pregi, gli è [A]
simpatico ed è anche [D] fondamentalista per
evitare guai, a questo [G] orizzonte di affaristi e di imbroglioni, fatto di [F#m] nebbia, pieno di sembrare,
[D] ricolmo di [Em] nani, ballerine e canzoni, di lotterie, [E] l'unica fede in cui sperare [A] è lei.
[D]
Nell'anno novantanove di nostra vita, io giullare da [Am] niente, ma [A] indignato,
anche [Bm] io chi canto con parola sfinita, con [A] un ruggito che diventa belato,
[D] ma te dedico queste parole da poco, che sottendono [A] solo un vizio antico,
sperando però che tu non le [Bm] prenda come un gioco, tu, ipocrite [A]
uditore, mio simile, mio amico.
Key:
A
D
G
F#m
Em
A
D
G
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[D] Nell'anno 99 di nostra vita, _ _ [A] io, Francesco Guccini, eterno studente, _
_ [Bm] perché la materia
di studio sarebbe infinita _ e [D] soprattutto perché so [A] di non sapere niente, _ [D] _ io, Chierico Vagante,
bandito di strada, _ io [A] non artista, solo piccolo bacioliere, perché per [Bm] colpa di altri vada
a _ volte mi [D] vergogno di fare il mio mestiere.
_ [A] _ Io dico [D] addio _ a tutte le vostre [A] cazzate infinite, _ _
a riflettori [G] e paiette delle _ televisioni, alle urla scomposte di [F#m] politicanti e professionisti,
a quelle [E] vostre glorie vuote da coglioni [A] e dico [D] addio _ al mondo inventato [A] del villaggio globale,
_ alle diete per [G] mantenersi in forma smagliante, a chi parla [F#m] sempre di un futuro trionfale e ad
ogni [E] impresa di questo secolo trionfante, _ alle magie di [G] moda delle religioni orientali che da
noi [F#m] nascondono soltanto vuoti di [D] pensiero, ai [Em] personaggi cicleggianti dei talk show [A] _ che
squittiscono ad ogni [D] ora un nuovo vero, alle futilità [G] pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro [F#m] modelle senza umanità, _ [D] alle semplicerne belle [Em] in gara sui calendari,
_ _ a chi [E] dimentico e ignora l [A]'umiltà. _ _
_ _ _ _ _ [D] Io figlio di una casalinga e di un impiegato _ [Am] cresciuto
fra i saggi ignoranti di _ _ [Bm] montagna, che sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia, _
[A] io ho tirato sua castagna ed erba a Spagna, _ [D] io sempre un momento fa campagnolo inurbato, _ _
[A] due soldi di elementari e uno d'università, _ ma sempre il [B] pensiero a quel paese mai scordato, _
[D] dove ritrovo anche [A] oggi quattro soldi di civiltà, _ io dico [D] addio.
_ A chi si [A] nasconde con protervie
dietro un dito, _ a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia, lo sceglie a [F#m] casa per
ritiramenti del momento, _ urando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia, e dico [D] addio alle
commedie [A] tragiche dei sepolti imbiancati, _ _ ai ceroni [G] dei parrucchini per signore, alle lampade
e [F#m] tinture degli eterni oli invecchiati, al mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a chi si [G] dichiara di sinistro e _ democratico, per amico di [D] tutti, perché non si sa mai,
e poi anche chi è di [Em] destra, ai suoi pregi, gli è [A]
simpatico ed è anche _ [D] fondamentalista per
evitare guai, a questo _ [G] orizzonte di affaristi e di imbroglioni, _ fatto di [F#m] nebbia, pieno di sembrare,
[D] _ ricolmo di [Em] nani, ballerine e canzoni, di lotterie, [E] l'unica fede in cui sperare [A] è lei. _ _ _
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_ anche [Bm] io chi canto con parola sfinita, _ con [A] un ruggito che diventa belato,
_ _ [D] ma te dedico queste parole da poco, _ che sottendono [A] solo un vizio antico,
_ _ _ sperando però che tu non le [Bm] prenda come un gioco, _ tu, ipocrite [A]
uditore, mio simile, _ _ _ _ _ mio amico. _ _ _ _
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_ [Bm] perché la materia
di studio sarebbe infinita _ e [D] soprattutto perché so [A] di non sapere niente, _ [D] _ io, Chierico Vagante,
bandito di strada, _ io [A] non artista, solo piccolo bacioliere, perché per [Bm] colpa di altri vada
a _ volte mi [D] vergogno di fare il mio mestiere.
_ [A] _ Io dico [D] addio _ a tutte le vostre [A] cazzate infinite, _ _
a riflettori [G] e paiette delle _ televisioni, alle urla scomposte di [F#m] politicanti e professionisti,
a quelle [E] vostre glorie vuote da coglioni [A] e dico [D] addio _ al mondo inventato [A] del villaggio globale,
_ alle diete per [G] mantenersi in forma smagliante, a chi parla [F#m] sempre di un futuro trionfale e ad
ogni [E] impresa di questo secolo trionfante, _ alle magie di [G] moda delle religioni orientali che da
noi [F#m] nascondono soltanto vuoti di [D] pensiero, ai [Em] personaggi cicleggianti dei talk show [A] _ che
squittiscono ad ogni [D] ora un nuovo vero, alle futilità [G] pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro [F#m] modelle senza umanità, _ [D] alle semplicerne belle [Em] in gara sui calendari,
_ _ a chi [E] dimentico e ignora l [A]'umiltà. _ _
_ _ _ _ _ [D] Io figlio di una casalinga e di un impiegato _ [Am] cresciuto
fra i saggi ignoranti di _ _ [Bm] montagna, che sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia, _
[A] io ho tirato sua castagna ed erba a Spagna, _ [D] io sempre un momento fa campagnolo inurbato, _ _
[A] due soldi di elementari e uno d'università, _ ma sempre il [B] pensiero a quel paese mai scordato, _
[D] dove ritrovo anche [A] oggi quattro soldi di civiltà, _ io dico [D] addio.
_ A chi si [A] nasconde con protervie
dietro un dito, _ a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia, lo sceglie a [F#m] casa per
ritiramenti del momento, _ urando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia, e dico [D] addio alle
commedie [A] tragiche dei sepolti imbiancati, _ _ ai ceroni [G] dei parrucchini per signore, alle lampade
e [F#m] tinture degli eterni oli invecchiati, al mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a chi si [G] dichiara di sinistro e _ democratico, per amico di [D] tutti, perché non si sa mai,
e poi anche chi è di [Em] destra, ai suoi pregi, gli è [A]
simpatico ed è anche _ [D] fondamentalista per
evitare guai, a questo _ [G] orizzonte di affaristi e di imbroglioni, _ fatto di [F#m] nebbia, pieno di sembrare,
[D] _ ricolmo di [Em] nani, ballerine e canzoni, di lotterie, [E] l'unica fede in cui sperare [A] è lei. _ _ _
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_ anche [Bm] io chi canto con parola sfinita, _ con [A] un ruggito che diventa belato,
_ _ [D] ma te dedico queste parole da poco, _ che sottendono [A] solo un vizio antico,
_ _ _ sperando però che tu non le [Bm] prenda come un gioco, _ tu, ipocrite [A]
uditore, mio simile, _ _ _ _ _ mio amico. _ _ _ _
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