Chords for MAGAZZINO 18 - Intervista ad Elsa Crevatin, 92 anni, esule da Parenzo.

Tempo:
78.225 bpm
Chords used:

G

E

F#

G#m

A

Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
Show Tuner
MAGAZZINO 18 - Intervista ad Elsa Crevatin, 92 anni, esule da Parenzo. chords
Start Jamming...
[G]
[E] L'8 settembre del 43, c'è un [F#]'altra grossa, cioè dopo l [G]'armistizio, lei sa che cos'è successo in Istria.
[G#m] Noi [N] insiedevamo, come le ho detto, a Parenzo e una mattina [F#] di fine settembre [G] circa così,
[E] 60 persone erano state portate via durante la notte e noi abbiamo capito che non era possibile [G] rimanere ancora in Istria.
E poi le posso raccontare anche di [N] [G] chi è stato prelevato in assenza, diciamo, della vittima designata.
Cioè quando non trovavano la persona ricercata, portavano via la figliola, il fratello, la sorella, qualcuno della famiglia.
Lei aveva mai sentito parlare di foibe?
[G#]
[G] Ho sentito, cioè la parola foibe non era d'uso comune, però gli istriani sapevano bene che cos'erano le foibe perché ce n'erano tante.
Le foibe poi sono state, come devo dire, portate alla conoscenza, diciamo, del pubblico,
quando i tedeschi e i fascisti, avendo ripreso verso il mese di ottobre, novembre, così, il controllo dell'Istria,
hanno cominciato a sondare queste cavità e hanno trovato le prime salme e lì hanno scoperto come li buttavano nelle foibe.
Cioè li legavano con del filo di ferro a due a due, sparavano su uno e cadevano.
Possiamo dire [E] che si creò un clima di terrore in Istria?
Anche che il [G#m] clima di terrore.
Che giustizia, in qualche modo, spinse la gente ad andare via [G] oppure fu una questione economica?
In Via Lappelletoca ancora adesso eravamo tutti terrorizzati, tutti terrorizzati, perché tra la sorella dell 'Alicia e, non lo so, delle altre donne che erano state trovate in foiba.
Mio zio era stato sindaco di [C] Parenzo anni prima, io per [A] un anno avevo fatto la maestra in un paesino dell [G]'interno.
Bastava questo, non occorreva essere né delinquenti né fascisti né altro, bastava essere italiano.
Le dico, tra le 60 persone che hanno portato via in una notte da Parenzo, c'erano il medico, il [Em] farmacista [A] e, come si chiamano, i proprietari dei negozi più importanti di [G] Parenzo.
Bastava avere, non so, appartenere a una certa classe sociale oppure non occorreva essere fascista, bastava essere italiano.
Cosa poteva aver fatto di male a una ragazza di [F#] 23 anni che studiava a Padua?
[A] E allora era di fronte a questa barbarie, a questa [G] impossibilità anche di difendersi, di dire, guardate, noi non abbiamo fatto niente di [F#] male.
Non c'era che [G] la fuga.
Il 12 ottobre del 43 abbiamo deciso di lasciare Parenzo e rifugiarci a Trieste, nella città grande era più facile l [E]'anonimato.
E c'è stato, [F#] non mi ricordo [C] esattamente la data, ma un [G] accordo per cui si poteva optare per la [G#m] nazionalità.
Chi voleva poteva rimanere in Istria [A] che diventava [E] Jugoslavia, chi voleva rimanere italiano [G#m] era costretto a venire via.
[G] E [C#] direi che dal 43 [G] in poi c'è stata proprio questa ricerca di libertà e di sopravvivenza.
Parenzo è [C#] diventato il gioiello della Jugoslavia, lo sapeva lei, il gioiello della [G#] Jugoslavia.
[E] La prima cosa che hanno [F] cercato di fare è di tirare [G#m] via i leoni di San Marco.
L'esodo del 47 è stato drammatico, io l'ho detto che [G] ero al comando marina [N]
e avevamo l'ingresso in via Diaz, se lei conosce ormai Trieste, e le finestre sulla riva.
Allora sulla riva vedevamo l'arrivo della nave, una volta era una nave ospedale, il Toscana, che [G] portava questi profighi, specialmente da Pola.
Da Pola e poi dall'Istria.
Arrivavano con dei fagotti e molti avevano delle cassettine, noi non [D] sapevamo cosa sono queste cassettine.
[G] E poi ci hanno spiegato che erano le ossa [F] dei loro morti.
Era una cosa straziante, veramente.
[B] E poi abbiamo anche saputo che quando sono arrivati a Bologna, un po' li hanno smistati lì, un po', quando sono passati [G] da Bologna.
E' stato loro rifiutato perfino l'acqua.
Guardi, sono cose che per 60 anni sono state tacciute, nessuno le sapeva.
E fa molto male, [N] fa molto male ricordarle, perché proprio non c'entrano i partiti, le ideologie, davanti a un uomo.
Poi uno che è italiano come te non puoi trattarlo così.
C'era molto sospetto nei loro confronti.
E poi invece pian piano vedendo che si trattava di persone oneste, che cercavano un lavoro, che cercavano soltanto di reinsegnirsi,
che erano italiani, più italiani di chi li accoglieva.
Lo straniero può sempre dare fastidio, porta via un pochino del tuo spazio.
Però quando è della tua terra non puoi trattarlo così.
Che tutto quello che lei racconta è proprio vero.
E meditino su queste cose.
Che l'amore di patria è qualcosa [C#m] che deve [D#]
Key:  
G
2131
E
2311
F#
134211112
G#m
123111114
A
1231
G
2131
E
2311
F#
134211112
Show All Diagrams
Chords
NotesBeta
Download PDF
Download Midi
Edit This Version
Hide Lyrics Hint
_ _ _ _ _ [G] _ _ _
_ _ [E] _ _ L'8 settembre del 43, c'è un [F#]'altra grossa, cioè dopo l [G]'armistizio, lei sa che cos'è successo in Istria.
_ [G#m] _ Noi [N] insiedevamo, come le ho detto, a Parenzo e una mattina [F#] di fine settembre [G] circa così,
[E] 60 persone erano state portate via durante la notte e noi abbiamo capito che non era possibile [G] rimanere ancora in Istria.
E poi le posso raccontare anche di [N] _ [G] chi è stato prelevato in assenza, diciamo, della vittima designata.
Cioè quando non trovavano la persona ricercata, portavano via la figliola, il fratello, la sorella, qualcuno della famiglia. _ _ _
Lei aveva mai sentito parlare di foibe?
_ [G#] _ _
[G] Ho sentito, cioè la parola foibe non era d'uso comune, però gli istriani sapevano bene che cos'erano le foibe perché ce n'erano tante.
_ Le foibe poi sono state, come devo dire, portate alla conoscenza, diciamo, del pubblico,
quando i tedeschi e i fascisti, avendo ripreso _ verso il mese di ottobre, novembre, così, il controllo dell'Istria,
hanno cominciato a sondare queste cavità e hanno trovato le prime salme e lì hanno scoperto come li buttavano nelle foibe.
Cioè li legavano con del filo di ferro a due a due, sparavano su uno e cadevano.
Possiamo dire [E] che si creò un clima di terrore in Istria?
Anche che il [G#m] clima di terrore.
Che giustizia, in qualche modo, spinse la gente ad andare via [G] oppure fu una questione economica?
In Via Lappelletoca ancora adesso eravamo tutti terrorizzati, tutti terrorizzati, perché tra la sorella dell _ 'Alicia e, non lo so, delle altre donne che erano state trovate in foiba.
Mio zio era stato sindaco di [C] Parenzo anni prima, io per [A] un anno avevo fatto la maestra in un paesino dell [G]'interno.
Bastava questo, non occorreva essere né delinquenti né fascisti né altro, bastava essere italiano.
Le dico, tra le 60 persone che hanno portato via in una notte da Parenzo, c'erano il medico, il [Em] farmacista [A] e, _ come si chiamano, i proprietari dei negozi più importanti di [G] Parenzo. _
Bastava avere, non so, _ _ appartenere a una certa classe sociale oppure non occorreva essere fascista, bastava essere italiano.
Cosa poteva aver fatto di male a una ragazza di [F#] 23 anni che studiava a Padua? _
[A] E allora era di fronte a questa barbarie, a questa [G] impossibilità anche di difendersi, di dire, guardate, noi non abbiamo fatto niente di [F#] male.
_ Non c'era che [G] la fuga.
_ _ _ _ _ Il 12 ottobre del 43 abbiamo deciso di lasciare Parenzo e rifugiarci a Trieste, nella città grande era più facile l [E]'anonimato.
E c'è stato, [F#] _ non mi ricordo [C] esattamente la data, ma un [G] accordo per cui si poteva optare per la [G#m] nazionalità.
Chi voleva poteva rimanere in Istria [A] che diventava [E] Jugoslavia, chi voleva rimanere italiano [G#m] era costretto a venire via.
[G] E [C#] direi che dal 43 [G] in poi c'è stata proprio questa ricerca di libertà e di sopravvivenza.
Parenzo è [C#] diventato il gioiello della Jugoslavia, lo sapeva lei, il gioiello della [G#] Jugoslavia.
[E] La prima cosa che hanno [F] cercato di fare è di tirare [G#m] via i leoni di San Marco. _ _ _ _ _
L'esodo del 47 è stato drammatico, io l'ho detto che [G] ero al comando marina [N]
e avevamo l'ingresso in via Diaz, se lei conosce ormai Trieste, e le finestre sulla riva.
_ Allora sulla riva vedevamo l'arrivo della nave, una volta era una nave ospedale, il Toscana, che [G] portava questi profighi, specialmente da Pola.
Da Pola e poi dall'Istria.
_ Arrivavano con dei fagotti e molti avevano delle cassettine, noi non [D] sapevamo cosa sono queste cassettine.
[G] E poi ci hanno spiegato che erano le ossa [F] dei loro morti.
Era una cosa straziante, veramente.
[B] E poi abbiamo anche saputo che quando sono arrivati a Bologna, un po' li hanno smistati lì, un po', quando sono passati [G] da Bologna.
E' stato loro rifiutato perfino l'acqua.
_ Guardi, sono cose che per 60 anni sono state tacciute, nessuno le sapeva.
E fa molto male, [N] fa molto male ricordarle, perché proprio non c'entrano i partiti, le ideologie, davanti a un uomo.
Poi uno che è italiano come te non puoi trattarlo così.
C'era molto sospetto nei loro confronti.
E poi invece pian piano vedendo che si trattava di persone oneste, che cercavano un lavoro, che cercavano soltanto di reinsegnirsi,
che erano italiani, più italiani di chi li accoglieva.
_ Lo straniero può sempre dare fastidio, porta via un pochino del tuo spazio.
Però quando è della tua terra non puoi trattarlo così.
Che tutto quello che lei racconta è proprio vero.
E meditino su queste cose.
Che l'amore di patria è qualcosa [C#m] che deve [D#]